Mi sveglio di buon ora, ancora
con le risate nel cuore per l'indimenticabile doppio "tour " in
Bus della serata Orvietese, mi preparo il bagaglio e, dopo una
golosa colazione, salutiamo e ringraziamo dell'ottimo
trattamento ricevuto il gestore dell'hotel Umbria, ci mettiamo
in marcia diretti a Civita di Bagnoregio, equipaggiati per il
tempo bizzarro che non ci fa capire come vestirci.
Civita di
Bagnoregio e' una cittadina posta su una collina di tufo e ha un
fascino insolito; parcheggiati i nostri mezzi saliamo su un
ponte con una salita davvero impegnativa, appesantiti anche
dalle goffe tute antipioggia. E' detta " Il Paese che muore" per
lo sgretolarsi continuo delle sue deboli fondamenta e ci appare
un pò come una citta' fantasma, abitata quasi soltanto da dei
simpatici gatti coccoloni che ci accompagnano un pò nelle viuzze
che si aprono dalla piazza principale. Da un punto panoramico
sulla valle sottostante si arrivano a scorgere i Calanchi, una
particolare formazione di terreni argillosi che, con l'erosione
e il passare del tempo, ha trasformato il fianco di una colllina
facendola assomigliare quasi ad una cattedrale .
Un 'ultima sosta per un the caldo o altre necessita' corporali
e ripartiamo alla volta di Orte dove, arrivati nella piazzetta
centrale, ci aspettano le guide per visitare la parte
sotterranea della città antica. Indossiamo alcuni elmetti di
protezione e ci accingiamo a percorrere degli anfratti davvero
bassi e stretti dove sono stati scavati cunicoli e pozzi per il
rifornimento e il trasporto idrico. Recentemente molte di queste
ex cisterne sono usate come magazzini o cantine dai privati che
hanno la proprieta' o i giardini posti in superficie .
Vista l'ora di pranzo cerchiamo un posticino per rifocillarci,
ma nel centro storico sembra non esserci nulla di aperto
purtroppo e, uscendo dal borgo , troviamo un posto che ci
permette di sfamarci prima di proseguire per la provincia di
Viterbo per visitare la città di Sutri.
Il tempo e'
migliorato e ci fermiamo per visitare con calma la necropoli
urbana e l'antichissimo anfiteatro romano interamente scavato
nel tufo. Ci fermiamo su una terrazza naturale che si affaccia
sull'anfiteatro e non si può far a meno di pensare che lodevole
lavoro e' stato fatto a quel tempo per farlo mantenere cosi
intatto e poterlo vedere ancora quasi in tutto il suo splendore.
Proseguiamo il nostro programma immersi nei tranquilli panorami,
percorrendo altri kilometri verso sud e, senza quasi accorgerci,
ci troviamo immersi nel traffico del Grande Raccordo Anulare. A
breve, dopo un'uscita, ci incontriamo con Gustavo e Marilena
vicino a uno spiazzo che si affaccia sul lago di Albano Laziale.
Saranno loro a farci da ciceroni per il Giro dei Castelli Romani
che ci aspetta domani. Dopo i calorosi saluti e gli abbracci, ci
accompagnano all'Hotel Rifugio a Nemi dove faremo sosta
per le prossime 2 notti. E l'ora del tramonto e il posto e'
davvero carino e suggestivo, molto tranquillo con panorama
sull'omonimo lago. Sembra che siamo gli unici ospiti, forse
perchè la stagione non e' ancora "avviata" del tutto. Una doccia
e un attimo di relax e ci prepariamo per la cena, prenotata da
Gustavo, in una tipica fraschetta romana a poca distanza, La
Romanella, per incontrare anche Tony,Cristina e il figlio
Matteo.
Finalmente è arrivato il momento di conoscervi….che emozione!!
L’appuntamento concordato con Zio Gustavo, tramite d’eccezione
per mantenere i contatti tra me (purtroppo non assiduo
frequentatore del forum) e gli amici di SADV era per le 20.30
presso la fraschetta di Albano Laziale “La Romanella”.
Ovviamente io Cristina e Matteo presi dall’entusiasmo (che a
Roma si chiama Fregola ) siamo arrivati con mezz’ora di
anticipo. Giretto per la via principale tanto per ingannare
l’attesa, caffettino.. ed ecco che squilla il cellulare. E’
Gustavo e ci esorta a raggiungerlo a Nemi presso l’albergo “ Il
Rifugio” dove sono alloggiati gli amici scooteristi per dare uno
“strappo” alias passaggio alla PinaCh che col buio non guida.
Nessun Problema tanto siamo in macchina visto che nessuno dei
tre entra nel bauletto dello scooter, partiamo ed in pochi
minuti raggiungiamo il posto. Conosciamo cosi’ sia l’elvetica
motorizzata sia la compagna di Zio, piu’ volte scambiata da noi,
con altre donzelle di cui il nostro cicerone ama contornarsi.
Rapido dietrofront e siamo nuovamente alla fraschetta…Azz se so
fregati er parcheggio!! Vabbe’ poco male mi schiaffo dietro gli
scooter tanto andremo via tutti insieme.
Giro di rapide presentazioni, cerchiamo di accoppiare i nomi ai
nick e via tutti a tavola. Vista l’ora… la fame galoppa e nei
primi minuti coincidenti con l’arrivo degli antipasti
regna il silenzio, giuro che non e’ l’imbarazzo… Cristina
gia’ ridacchia soddisfatta della compagnia delle zavorrine, io
mi prodigo assieme a Gustavo nella spiegazione delle pietanze
prettamente romane (tralasciando i particolari per non
intimidire i deboli di c..u..ore!), Matteo banchetta
allegramente commentando di tanto in tanto i rifiuti dei Sadvini
con un “Un sai che te perdi!!”
Salumi, formaggi, fagioli con le cotiche (degni di ispirare le
gesta di Luna rossa), amatriciana, gricia, carbonara, pajata,
coda alla vaccinara …insomma tutto a tema della tradizione
romana.
La serata scorre veloce e frizzante, e ben presto arriva l’ora
di darsi la buonanotte, Ivan, Alex, Roberto ed altri si attivano
per recuperare le ciambelline al vino cadute erroneamente nelle
mani delle donzelle (che a conti fatti se so scolate piu’ vino
dei maschietti), e poi tutti a nanna ed appuntamento per
l’indomani mattina per il giro dei castelli.
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