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1 - 2 Giugno 2013

 

 



Primo Giorno


Quando lo staff ha presentato il fine settimana del 2 giugno, ho pensato che finalmente era l’occasione giusta per approfondire la conoscenza del cuore di SADV.
Altre volte, non molte per la verità, la nostra moto ci aveva portato in vacanza. Un’eternità fa. Questo raid sarebbe stato un momento di sollievo. Un modo per liberare la mente dalle scorie che le preoccupazioni sedimentano è necessario. Altrimenti come potremmo ricaricarci di energia per affrontare le difficoltà odierne?
Giove Pluvio si è divertito creando una spasimante attesa, però. Piogge simili a monsoni si sono riversate sul Paese del sole e sembravano non volerci abbandonare. Quando Ivan ha inviato l’SMS comunicandoci la sospensione della spedizione in terra ligure, ci siamo rimasti male. Per fortuna il padre degli dei ci ha concesso la sua benevolenza e la conferma della partenza ci ha di nuovo eccitati.
Nicole e io eravamo impazienti. Alle 7.30 di sabato la moto era già carica e il bicilindrico Honda si è svegliato con il suo placido borbottio. Siamo giunti all’appuntamento autostradale con ben mezz’ora di anticipo.
Viaggiare in moto è bello, ma viaggiare in mezzo ad altre moto lo è ancora di più. Questo era il pensiero che mi frullava in testa insieme ai giri del motore durante il trasferimento sull’A26, fino ad Alba.
La prima parte del viaggio si è sviluppata tra Langhe e Alto Monferrato. La patria di pregiati vini ci ha offerto riposanti panorami fatti di vigneti e colori accesi dell’estate, grazie a una splendida mattina di sole e a un cielo terso così raro quest’anno. Su e giù per colline, abbiamo attraversato paesi il cui destino è legato alla terra è la vita più naturale. Confesso che ho provato un po’ d’invidia per i loro abitanti, e voi?
All’ora di pranzo siamo giunti a Garessio, il primo paese della lunga lista da visitare, e non lo abbiamo praticamente visto. Peccato. Piacevole è stato il pranzo al sacco, dopo aver svaligiato un piccolo negozio di alimentari.
Il percorso del pomeriggio si è rivelato la portata più succulenta del menù preparato dallo Staff per noi driver: l’Appennino Ligure. L’obiettivo era Triora, il paese delle streghe e per raggiungerlo abbiamo fatto magie d’equilibrio. Piccoli borghi di montagna dai nomi particolari si sono snocciolati sulla via e Pornassio, che non è un paese a luci rosse, è quello con l’appellativo più suggestivo. Superato Pieve di Teco abbiamo rivolto la prua a ovest, su quelle che definirei mulattiere asfaltate. Un’orgia di tornanti e curve, spesso in contro pendenza che non danno respiro tra accelerate, frenate e pieghe. Qui Alex ha sempre condotto il gruppo con il suo bisonte (BMW) stoicamente. Perché vi domandate? Perché l’ho incalzato a ogni curva, occupando i suoi specchietti con una esasperante costanza. Generando l’attesa di essere infilato all’esterno? All’interno?.
Senza che accadesse mai.
L’arrivo a Triora ha permesso alle zavorrine di rilassarsi nella visita di questo borgo dall’oscura storia secolare. Vicoli strettissimi, a volte coperti, fanno pensare alle condizioni che gli abitanti affrontavano quando le comodità odierne non erano nemmeno immaginabili. La stregoneria e la triste avventura delle donne giustiziate secoli orsono è divenuta una delle fonti di reddito turistiche maggiori. E anche questo è un segno dei nostri tempi: provare il brivido di un’emozione vissuta da altri…
L’ora di ripartire si avvicina e con Nicole ricordiamo lo scherzo di Roberto sull’hotel in cattive condizioni, già frequentato in passato, fatto a pranzo. Ne sorridiamo, ma un po’ siamo preoccupati. La giornata è stata intensa e una bella doccia è agognata. Per fortuna, una volta giunti a Diano Marina, troviamo stanze pulite, comode e piacevoli da abitare.
Rinfrancati siamo pronti per la cena. Tutti insieme passeggiamo per le vie nella piacevole serata sul mare. La ricerca del ristorante è laboriosa. Un po’ perché sono incredibilmente pieni e un po’ perché sono costosi. La buona stella però veglia su di noi e troviamo un’osteria dall’aspetto poco promettente, ma che si rivelerà ottima per toglierci la voglia di pesce a un prezzo popolare.
Tonno all’aceto balsamico, polpo con patate e sarde fritte.
Spaghetti alle vongole, trofie al pesto, ravioli ai carciofi e turle (per Ivan)
Un vassoio di fritto misto, occhiate e branzini
Patate fritte e insalate (tutte per Alex)
Dolce e sempre per il solo Alex un ananas al sangue, dimagrante e brucia grassi.
Vino bianco a volontà e risate da lacrime agli occhi.
Serata fantastica
 


Secondo giorno


Insieme a Nicole ci alziamo presto. Alle 8.00 passeggiamo sulla spiaggia, e l’ora migliore.
Prima di rientrare in hotel ci soffermiamo a guardare l’infiorata sulla piazza, in onore del Corpus Domini. Una creazione colorata d petali con fiori diversi. Un lavoro protrattosi per tutta la notte e che durerà un battito di ciglia, al passaggio della processione.
Dopo una buona colazione salutiamo Federica e Ivan, che rientrano a casa per motivi personali. Il programma della giornata è pieno e il primo piatto si chiama Cervo. Un borgo medievale arroccato su un promontorio a picco sul mare.
Il mare ruba l’occhio spaziando dallo smeraldo allo zaffiro e il sole crea magici riflessi simili a brillanti sulle increspature. Passeggiamo tra vicoli ripidi e vecchie case tenute insieme da possenti chiavi di ferro.
L’orologio corre e, incalzati dal tempo, eccoci sull’autostrada in direzione San Remo. Ci aspetta Bussana Vecchia, il paese degli artisti distrutto da un terremoto e riportato in vita.
Quello che dirò adesso è una mia personale impressione. Non mi è piaciuto e non si tratta della trasformazione in un prodotto commerciale, ma di una sensazione emotiva negativa. Il luogo sembra davvero morto e il tentativo di riesumarlo sa di macabro e sgradevole. La chiesa dal tetto sventrato, le case crollate con le travi annerite sembrano ossa esposte al sole.
Un luogo da lasciare all’oblio.
Ripartiamo! Per fare in fretta facciamo il trasferimento fino a Celle Ligure in autostrada.
Pranziamo sul mare, in un chiosco da spiaggia. Sono solo panini e coca cola, ma la compagnia è solida. Siamo diventati un branco e il branco è parte di tutti.
Il pomeriggio trascorre in relax. Qualcuno passeggia, altri si riposano sugli scogli. Noi troviamo una bancarella di bomboloni e non resistiamo: nutella, albicocca e rhum, mandorla, crema pasticciera. Sono i ripieni che portiamo all’assaggio prima dell’ultimo percorso che ci porterà a casa. Il cielo si annuvola così partiamo per primi insieme a Mary e Alex. Penso proprio di aver fatto la scelta giusta perché il traffico è intenso fino al passo del Turchino.
Sono stati 675 km di guida, risate, e paesaggi. Un ottimo carburante per la mia anima.

 

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