8 luglio 2011 / 1° giorno
DOLOMITI…finalmente è arrivata
l’ora della partenza o almeno così pensavo visto che, causa
imprevisti di lavoro, Ivan riesce a caricare lo scooter solo un’ora
dopo l’orario previsto.
Ingranando subito l’over-drive (sbirciando con difficoltà il
contachilometri, la velocità da me rilevata è da ritiro mezzo)
riusciamo, tutti spettinati, a raggiungere il gruppo ad un autogrill
prima di Peschiera.
Salutiamo tutti i presenti, approfittiamo per fare benzina e
naturalmente per sistemare la chioma, quindi ripartiamo.
Il viaggio prosegue movimentato nei nostri due caschi perché la
comunicazione via interfono fra me e Ivan continua a interrompersi
per dare la priorità alle telefonate di lavoro che il mio driver
continua a ricevere costringendoci addirittura a fermarci in un area
di sosta abbandonando così il gruppo.
Ancora una volta, vista la velocità, sono le chiome (o forse sarebbe
meglio dire la chioma) a rimetterci ma l’importante ora è chiudere
la colonna e riprendere il viaggio verso Trento.
Mi guardo intorno e il mio pensiero va agli amici rimasti a casa: un
insegna luminosa di un capannone porta la scritta “Pessina Tubi” e
subito penso all’amica svizzera Pina che sarà impegnata in dogana,
poi sorpassiamo un tir dal telone giallo con la stampa “Walter VKL”
e il pensiero va a Walter che è pronto per il suo viaggio in
Austria, ancora un altro camion “EDO gelati” mi porta a pensare a
Edo e Flora che sono rimasti, causa reperibilità, in quei di
Pertusella e per terminare in bellezza “Roby spurghi” (scusa
Roberta, sarà un po’ puzzolente il mestiere ma sicuramente
redditizio!) il pensiero va a Roberta e Paolo che hanno dovuto
rinunciare al viaggio per mancato dog-sitter.
Sarebbe stato bello essere tutti insieme ma non sempre le
circostanze della vita lo permettono e comunque Scooter Adventure è
sempre unito, anche a distanza, grazie a Roberta che
instancabilmente aggiorna il forum con le notizie che le invio via
sms, grande invenzione!
Basta con i pensieri, dimentichiamo il lavoro, torniamo ai nostri
giorni di vacanza: usciamo dal casello di Trento dove ci fermiamo
per organizzare le prossime tappe.
Come nei film “a volte ritornano” e mi riferisco ai pensieri: dagli
specchietti, dopo poco, ci accorgiamo dell’assenza di due mezzi,
rallentiamo fino a fermarci.
Una telefonata ci informa che il Burgman di Roberto si è spento alla
rotonda e non ne vuole sapere di ripartire così siamo costretti a
tornare indietro e, sotto il sole cocente di mezzogiorno, cerchiamo
di trovare una soluzione.
Vista anche la posizione pericolosa, tutti tranne noi e Roberto
risalgono sullo scooter e si spostano poco più avanti, all’ombra nei
pressi di un bar\ristorante. Ci mettiamo al lavoro:
1.Roberto telefona al nostro meccanico di fiducia per capire cosa
può essere successo.
2.Ivan chiama il centro assistenza Suzuki di Trento che, sfortuna
vuole, è chiuso per trasferimento sede.
3.Roberto contatta il primo carro attrezzi trovato sul libretto
d’assistenza Suzuki ma, accortosi che è a pagamento, ne chiama
subito un secondo gratuito convenzionato con l’assicurazione.
4.Ivan nel frattempo curiosa qua e là cercando di capire la causa
del guasto
5.Io?? Io guardo… però consiglio a Ivan di richiamare il nostro
meccanico di fiducia spiegando con più precisione il problema del
mezzo.
Arriviamo così alla sudata conclusione: il blocchetto accensione è
“partito” e non c’è altra soluzione che portare lo scooter in
officina -penso siamo fregati- oppure è semplicemente bruciato un
fusibile della centralina -incrociamo le dita-
Con l’aiuto dell’utilissimo kit posate Sadv (se non l’avete ancora
accattatev’illo!) Ivan controlla tutti i fusibili uno ad uno fino
all’ultimo che, con grande gioia, scopriamo bruciato.
Fortunatamente è venerdì e c’è la possibilità di acquistarne uno con
facilità così Ivan sostituisce provvisoriamente il fusibile guasto
con quello della ventola e, raggiunti gli altri, scopriamo con
sorpresa e felicità che Maurizio ha con sé una svariata quantità di
quegli affarini colorati che sembrano tanto futili e che oggi
scopriamo fondamentali. Evviva il guasto è riparato! Se qualcuno non
ha ancor provveduto a fare un appropriata scorta, lo faccia ora o
taccia per sempre!
Vista anche l’ora approfittiamo del fornito e fresco self-service
per riempire le pance tra l’altro con dei deliziosi piattini
preparati con cura e poi ci rimettiamo in viaggio.
Attraversiamo la Valle di Cembra, bella, con i suoi piccoli centri
abitati adagiati sui pendii, le cave di porfido a cielo aperto, i
numerosi vigneti noti per i pregiati vini che producono (ottimo il
profumato Muller Thurgau), le bombe vulcaniche già visibili dalla
strada provinciale poco a valle del lago di Lases e per finire le
piramidi di Segonzano, pinnacoli di terra alti fino a 20 mt. coperti
da grossi massi posti a mò di cappello, impensabile non scattare
foto.
Passando da Cavalese, arriviamo a Passo Lavazè (mt.1830), le foto
sono un rito prima di imboccare la discesa dai 1001 tornanti che
conduce verso Colle Pietra.
A quanto pare non solo noi donne ci stanchiamo di questa lunga serie
di curve e controcurve, anche il paese successivo pare sia stanco di
questi sballottamenti a destra e a sinistra, tant’è vero che Castel
Rotto è il suo nome.
Scherzi a parte, le curve sono piacevoli e le continuiamo fino ad
arrivare al passo successivo, Passo Pinei (mt. 1442) che ci conduce
a Ortisei.
Alle porte del paese, un grande negozio dalle colorate vetrine piene
di prodotti artigianali attira la nostra attenzione al punto di
fermarci per farne visita: quì il legno è la materia base per la
realizzazione di qualsiasi oggetto, dai preziosi gioielli alle
decorazioni natalizie, dai giochi per l’infanzia fino a vere e
proprie sculture e opere d’arte.
Io e Ketty siamo le più interessate, curiosiamo in ogni cesto o
scaffale raccogliendo preziose idee da realizzare e ci concediamo
anche un giro di perlustrazione all’outlet alla ricerca di costi più
accessibili purtroppo non riscontrati.
Dopo qualche acquisto (impossibile resistere), ci rimettiamo in
sella verso l’albergo in centro dove Jek e Giuly, provenienti da
Udine, ci attendono.
In effetti loro sono già arrivati e hanno già passeggiato per il
paese così anche noi occupiamo le camere prenotate e, dopo un po’ di
relax, ci ritroviamo per la visita del paese mentre attendiamo
l’arrivo del gruppo partito nel primo pomeriggio.
Ortisei è un caratteristico paesino dolomitico con un grazioso
centro pieno di negozietti di ogni genere e una piccola ma bella
piazzetta dove ci concediamo un insolito aperitivo.
Finalmente anche Alex e Mary e Luca CH arrivano e, vista l’ora,
decidiamo di sederci attorno ad un tavolo di un ristorantino tipico
per una cena goduriosa a base di specialità locali.
Quando usciamo dal locale, lungo le vie del centro pedonale regna il
silenzio, i negozi sono ormai chiusi, l’unico movimento è nella
piazzetta dove alcuni ragazzi stanno montando un telone con tavoli e
panche per la festa della birra dell’indomani, così facciamo una
passeggiata “digestiva” che si conclude con l’arrivo in albergo dove
tutti, un po’ stanchi, ci ritiriamo nelle camere per un meritato
riposo.
Federica
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