Quest’anno le gite domenicali ufficiali di Scooter Adventure
fissate in calendario sono state proposte dai componenti dello
staff i quali si sono impegnati in prima persona nella
programmazione ed organizzazione della gita proposta,
naturalmente assistiti e con la consulenza degli altri
componenti e collaboratori.
E così questo è il mio/nostro turno, Ivan & Federica.
La nostra proposta è nata con l’ottica di percorrere un
itinerario al confine fra due regioni, là dove finisce il
Piemonte e inizia la Liguria, dove i popoli e le tradizioni si
sono mescolati e arricchiti, le terre sono ricche di bellezze
naturali e artistiche, le testimonianze di antichi passati sono
ancora vive! Mi auguro che questo resoconto vi possa far
rivivere la bella giornata trascorsa insieme!
La gita è rimasta in dubbio fino all’ultimo, dal momento che le
previsioni erano incerte e ha piovuto fino al mattino della
partenza. Solo dopo un giro di telefonate ed sms molto
mattutini, la situazione si è sbloccata, anche grazie a Maurizio
che, dopo aver tirato giù dal letto la cugina Ferdinanda di
Serravalle, ci ha dato conferma che in quella zona il meteo
fosse discreto.
Ore 10,00 ritrovo a Serravalle Scrivia al punto indicato, ci
siamo tutti e dopo i saluti, un buon caffè e rifornimento ai
mezzi, ci dirigiamo guidati da Ferdi alla prima tappa in
programma, l’Area archeologica Antica Libarna, dove nel
frattempo ci raggiungono anche Dario e Silvia.
Parcheggiamo i mezzi e, mentre gli altri si sistemano, mi dirigo
velocemente all’entrata per avvertire del nostro arrivo il
custode, Silvano, cordiale e molto disponibile, che si offre di
farci da guida per una visita culturale più approfondita, beh
come non accettare tale offerta???
Così radunato tutto il gruppo seguiamo Silvano che con molta
passione ci spiega meticolosamente quello che abbiamo davanti
agli occhi e sotto i nostri piedi.
Libarna era una città romana del II secolo d.c. scoperta durante
la costruzione della ferrovia Torino-Genova nel 1844.
Le spiegazioni sono talmente ben approfondite che molti di noi
rimangono affascinati, lo seguiamo con attenzione fra quello che
rimane di case, terme, centro fitness, teatro, anfiteatro e
un’acquedotto che portava le acque limpide dell’appennino nella
città dove il marmo di Luni rivestiva gli edifici più belli.
Tra le due ferrovie che attraversano l’area, si nota un tratto
ben conservato della via Postumia, importante strada consolare
che portava da Genova ad Aquilania. Passo dopo passo, curiosità
dopo curiosità, il tempo corre veloce e, data un offerta alla
nostra guida, dobbiamo velocemente rimetterci in sella per
dirigerci verso la nostra seconda tappa, la Cantina Produttori
del Gavi appunto a Gavi.
Qui dopo un assaggio, anzi più assaggi delle varie tipologie di
vini, qualcuno fa acquisti e poi via verso la terza visita: il
Forte di Gavi.
Fino al XVI secolo, il castello, che incombe dall’alto sulla
cittadina, era una fortezza posseduta e combattuta dai signori
di Genova e di Milano.
In seguito, all’epoca dei cannoni, grandi architetti militari
hanno trasformato il castello in una modernissima, inespugnabile
Fortezza che è stata prigione di guerra negli ultimi due
conflitti mondiali e da dove nessun prigioniero è mai riuscito a
fuggire.
La visita guidata gratuita, in occasione della settimana della
cultura, è davvero particolare e arricchita anche da un filmato
in lingua tedesca, sottotitolato, che ci tiene attaccati allo
schermo per circa 10 minuti .
La foto di gruppo non poteva che essere scattata da lassù dove
la vista si perde
E’ ora di pranzo così, a cavallo dei nostri destrieri d’acciaio
e guidati da Ferdi, proseguiamo il nostro itinerario in cerca di
un area pic-nic per poter pranzare.
Beh non ci crederete ma la cugina di Maurizio ci porta in un
“angolino” di Voltaggio adiacente ad un ruscello ed una fonte di
acqua sulfurea, dove c’era pure un tavolino di pietra che
abbiamo utilizzato per l’aperitivo improvvisato con un paio di
buone bottiglie di vino bianco di Gavi appena acquistate ed un
sacchettone di patatine.
Il caffè dopo pranzo è d’obbligo e, dietro consiglio di due
passanti interpellati da il Bramba, ci dirigiamo verso l’unico
bar-pasticeria di questo minuscolo paese che, guarda caso, è
famoso per i suoi amaretti prodotti sin dal 1931. Per i golosi
come me, non si poteva chiedere di meglio!!!!
Terminata la pausa riprendiamo il nostro percorso che prevede il
passaggio al Passo della Bocchetta da dove si ammira un
paesaggio spettacolare che va fino a Genova ed al mare blu.
Scendendo poi verso la città ligure, la temperatura si alza
notevolmente e quando oltrepassiamo il cartello “Genova”
qualcuno è tentato di svoltare a destra per proseguire verso la
riviera, ma ahimè come da programma, noi svoltiamo a sinistra e
riprendiamo a salire in direzione Busalla, facendo il passo dei
Giovi e dirigendoci verso Vobbia per ammirare dal basso il
Castello della Pietra, sorto attorno al 1200, che si staglia tra
due lembi di roccia quasi proteso verso il cielo.
Purtroppo, ma già lo sapevamo, ci vogliono circa venti minuti di
cammino per poter accedere alle porte del castello quindi
decidiamo di rinviare la visita ad una futura uscita Sadvina e
così, dopo una breve sosta fotografica, riprendiamo in direzione
Montessoro l’ultima tappa culturale del nostro itinerario.
Le curve si susseguono veloci e la strada ci culla verso la
nuova destinazione. Arrivando nei pressi del paese si notano,
nella vallata di fronte, i ruderi del castello Spinola e,
seguendo le indicazioni, lo raggiungiamo per scattare qualche
fotografia di quello che resta della costruzione, oggi ridotta a
qualche brandello di muro dove sono ancora evidenti le numerose
buche pontate e le feritoie.
Sono le 18,00 ed è tempo di far ritorno verso il punto di
partenza, così seguendo le indicazioni per la Val Borbera,
arriviamo a Serravalle dove ci salutiamo e ci dividiamo per
rientrare verso le città di residenza sparse qua e là fra
Piemonte e Lombardia.
....il finale ve lo faccio
raccontare da Shrek e Fiona!!!
Vorrei ringraziare tutti gli
amici SADV per la splendida giornata passata insieme ed un
ringraziamento particolare a Ivan e Federica, Roberto, Maurizio,per
la loro disponibilità.
La motivazione?? Ora vi racconto :
dopo esserci salutati con il gruppo piemontese, ci avviamo in
autostrada al primo autogrill distributore per rabboccare gli
scooter ed un ultimo saluto,qui decido vista l’ora ( 19.30 ) di
anticipare il rientro e staccarmi dal gruppo, saluto e riparto.
Strada facendo dopo una ventina di chilometri, sento un fuori giri
del motore e nel contempo il mezzo rallentare, accosto in corsia
d’emergenza e cerco di capire l’accaduto……. Noto con stupore che la
cinghia di
trasmissione si è disintegrata in più parti…
Primo pensiero?? “ che sfiga” visto che qualche giorno prima lo
avevo portato a fare il tagliando.
Secondo pensiero?? Controllare se nel frattempo sopraggiungesse
qualcuno del gruppo per richiedere aiuto che vidi in lontananza. Con
le braccia spiegate segnalo la mia presenza e che sono fermo… Tutti
gli amici Sadv si fermano e gli spiego l’accaduto e mentre ci
sostengono moralmente , chiamo il soccorso stradale che in breve
tempo sopraggiunge. Con sommo dispiacere carico il mio destriero e
dopo averlo inbragato con cura e sbrigato i documenti, lo saluto…
Siing… Qui inizia una seconda avventura, il rientro……. Con l’aiuto
degli amici sovvracitati, consegno la mia zavorrina a Maurizio che
rientra diretto a Varese con Ivan e Federica, mentre io vengo su mia
richiesta accompagnato a Milano da Roberto per poi poter prendere il
treno per rientrare a casa. Il treno c’è ma non per Varese ma solo
per Saronno, dove lì devo prendere la coincidenza tramite pullman
per Varese, il tutto per far rientro a casa alle ore 24.30 dove la
mia zavorrina mi aspettava preoccupata…..
Devo proprio ammettere che è stata una grande avventura degna di
SADV.
Grazie infinite a tutti da Alberto e Rossella.
P.S. Il giorno dopo sono tornato con un furgone dal soccorso
stradale a recuperare il destriero e portarlo in assistenza a farlo
riparare a loro spese e con tanto di scuse….
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