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18 Aprile 2010

      

 

 

 

 


Quest’anno le gite domenicali ufficiali di Scooter Adventure fissate in calendario sono state proposte dai componenti dello staff i quali si sono impegnati in prima persona nella programmazione ed organizzazione della gita proposta, naturalmente assistiti e con la consulenza degli altri componenti e collaboratori.
E così questo è il mio/nostro turno, Ivan & Federica.
La nostra proposta è nata con l’ottica di percorrere un itinerario al confine fra due regioni, là dove finisce il Piemonte e inizia la Liguria, dove i popoli e le tradizioni si sono mescolati e arricchiti, le terre sono ricche di bellezze naturali e artistiche, le testimonianze di antichi passati sono ancora vive! Mi auguro che questo resoconto vi possa far rivivere la bella giornata trascorsa insieme!

La gita è rimasta in dubbio fino all’ultimo, dal momento che le previsioni erano incerte e ha piovuto fino al mattino della partenza. Solo dopo un giro di telefonate ed sms molto mattutini, la situazione si è sbloccata, anche grazie a Maurizio che, dopo aver tirato giù dal letto la cugina Ferdinanda di Serravalle, ci ha dato conferma che in quella zona il meteo fosse discreto.
Ore 10,00 ritrovo a Serravalle Scrivia al punto indicato, ci siamo tutti e dopo i saluti, un buon caffè e rifornimento ai mezzi, ci dirigiamo guidati da Ferdi alla prima tappa in programma, l’Area archeologica Antica Libarna, dove nel frattempo ci raggiungono anche Dario e Silvia.
Parcheggiamo i mezzi e, mentre gli altri si sistemano, mi dirigo velocemente all’entrata per avvertire del nostro arrivo il custode, Silvano, cordiale e molto disponibile, che si offre di farci da guida per una visita culturale più approfondita, beh come non accettare tale offerta???
Così radunato tutto il gruppo seguiamo Silvano che con molta passione ci spiega meticolosamente quello che abbiamo davanti agli occhi e sotto i nostri piedi.
Libarna era una città romana del II secolo d.c. scoperta durante la costruzione della ferrovia Torino-Genova nel 1844.
Le spiegazioni sono talmente ben approfondite che molti di noi rimangono affascinati, lo seguiamo con attenzione fra quello che rimane di case, terme, centro fitness, teatro, anfiteatro e un’acquedotto che portava le acque limpide dell’appennino nella città dove il marmo di Luni rivestiva gli edifici più belli.
Tra le due ferrovie che attraversano l’area, si nota un tratto ben conservato della via Postumia, importante strada consolare che portava da Genova ad Aquilania. Passo dopo passo, curiosità dopo curiosità, il tempo corre veloce e, data un offerta alla nostra guida, dobbiamo velocemente rimetterci in sella per dirigerci verso la nostra seconda tappa, la Cantina Produttori del Gavi appunto a Gavi.
Qui dopo un assaggio, anzi più assaggi delle varie tipologie di vini, qualcuno fa acquisti e poi via verso la terza visita: il Forte di Gavi.
Fino al XVI secolo, il castello, che incombe dall’alto sulla cittadina, era una fortezza posseduta e combattuta dai signori di Genova e di Milano.
In seguito, all’epoca dei cannoni, grandi architetti militari hanno trasformato il castello in una modernissima, inespugnabile Fortezza che è stata prigione di guerra negli ultimi due conflitti mondiali e da dove nessun prigioniero è mai riuscito a fuggire.
La visita guidata gratuita, in occasione della settimana della cultura, è davvero particolare e arricchita anche da un filmato in lingua tedesca, sottotitolato, che ci tiene attaccati allo schermo per circa 10 minuti .
La foto di gruppo non poteva che essere scattata da lassù dove la vista si perde

E’ ora di pranzo così, a cavallo dei nostri destrieri d’acciaio e guidati da Ferdi, proseguiamo il nostro itinerario in cerca di un area pic-nic per poter pranzare.
Beh non ci crederete ma la cugina di Maurizio ci porta in un “angolino” di Voltaggio adiacente ad un ruscello ed una fonte di acqua sulfurea, dove c’era pure un tavolino di pietra che abbiamo utilizzato per l’aperitivo improvvisato con un paio di buone bottiglie di vino bianco di Gavi appena acquistate ed un sacchettone di patatine.
Il caffè dopo pranzo è d’obbligo e, dietro consiglio di due passanti interpellati da il Bramba, ci dirigiamo verso l’unico bar-pasticeria di questo minuscolo paese che, guarda caso, è famoso per i suoi amaretti prodotti sin dal 1931. Per i golosi come me, non si poteva chiedere di meglio!!!!
Terminata la pausa riprendiamo il nostro percorso che prevede il passaggio al Passo della Bocchetta da dove si ammira un paesaggio spettacolare che va fino a Genova ed al mare blu.
Scendendo poi verso la città ligure, la temperatura si alza notevolmente e quando oltrepassiamo il cartello “Genova” qualcuno è tentato di svoltare a destra per proseguire verso la riviera, ma ahimè come da programma, noi svoltiamo a sinistra e riprendiamo a salire in direzione Busalla, facendo il passo dei Giovi e dirigendoci verso Vobbia per ammirare dal basso il Castello della Pietra, sorto attorno al 1200, che si staglia tra due lembi di roccia quasi proteso verso il cielo.
Purtroppo, ma già lo sapevamo, ci vogliono circa venti minuti di cammino per poter accedere alle porte del castello quindi decidiamo di rinviare la visita ad una futura uscita Sadvina e così, dopo una breve sosta fotografica, riprendiamo in direzione Montessoro l’ultima tappa culturale del nostro itinerario.
Le curve si susseguono veloci e la strada ci culla verso la nuova destinazione. Arrivando nei pressi del paese si notano, nella vallata di fronte, i ruderi del castello Spinola e, seguendo le indicazioni, lo raggiungiamo per scattare qualche fotografia di quello che resta della costruzione, oggi ridotta a qualche brandello di muro dove sono ancora evidenti le numerose buche pontate e le feritoie.
Sono le 18,00 ed è tempo di far ritorno verso il punto di partenza, così seguendo le indicazioni per la Val Borbera, arriviamo a Serravalle dove ci salutiamo e ci dividiamo per rientrare verso le città di residenza sparse qua e là fra Piemonte e Lombardia.

....il finale ve lo faccio raccontare da Shrek e Fiona!!!

 

Ivan

 

Vorrei ringraziare tutti gli amici SADV per la splendida giornata passata insieme ed un ringraziamento particolare a Ivan e Federica, Roberto, Maurizio,per la loro disponibilità.
La motivazione?? Ora vi racconto :


dopo esserci salutati con il gruppo piemontese, ci avviamo in autostrada al primo autogrill distributore per rabboccare gli scooter ed un ultimo saluto,qui decido vista l’ora ( 19.30 ) di anticipare il rientro e staccarmi dal gruppo, saluto e riparto. Strada facendo dopo una ventina di chilometri, sento un fuori giri del motore e nel contempo il mezzo rallentare, accosto in corsia d’emergenza e cerco di capire l’accaduto……. Noto con stupore che la cinghia di
trasmissione si è disintegrata in più parti…
Primo pensiero?? “ che sfiga” visto che qualche giorno prima lo avevo portato a fare il tagliando.
Secondo pensiero?? Controllare se nel frattempo sopraggiungesse qualcuno del gruppo per richiedere aiuto che vidi in lontananza. Con le braccia spiegate segnalo la mia presenza e che sono fermo… Tutti gli amici Sadv si fermano e gli spiego l’accaduto e mentre ci sostengono moralmente , chiamo il soccorso stradale che in breve tempo sopraggiunge. Con sommo dispiacere carico il mio destriero e dopo averlo inbragato con cura e sbrigato i documenti, lo saluto…
Siing… Qui inizia una seconda avventura, il rientro……. Con l’aiuto degli amici sovvracitati, consegno la mia zavorrina a Maurizio che rientra diretto a Varese con Ivan e Federica, mentre io vengo su mia richiesta accompagnato a Milano da Roberto per poi poter prendere il treno per rientrare a casa. Il treno c’è ma non per Varese ma solo per Saronno, dove lì devo prendere la coincidenza tramite pullman per Varese, il tutto per far rientro a casa alle ore 24.30 dove la mia zavorrina mi aspettava preoccupata…..
Devo proprio ammettere che è stata una grande avventura degna di SADV.
Grazie infinite a tutti da Alberto e Rossella.

P.S. Il giorno dopo sono tornato con un furgone dal soccorso stradale a recuperare il destriero e portarlo in assistenza a farlo riparare a loro spese e con tanto di scuse….
 

Shrek

 

 

 

 

Le Foto