.... Passione e Desiderio ........ è la
risposta alla domanda che mi sono posto: “ma chi me lo fa fare
di alzarmi alla domenica mattina allo stesso orario in cui mi
alzo tutti gli altri giorni della settimana, per affrontare
un’uscita in moto con un cielo così plumbeo, con una temperatura
di 11 gradi e con le previsioni del tempo che dicono che, come
gran parte delle giornate precedenti, oggi non mancheranno
abbondanti scrosci di acqua?”
Passione per le due ruote, condivisa pienamente dalla mia
zavorrina Mary e da un gruppo di fantastici amici, Desiderio di
affrontare comunque la mia prima uscita stagionale rimandata
fino a quel momento, Desiderio di condividere una nuova
avventura con gli amici di sempre e Desiderio di fare conoscenza
di nuovi amici che parteciperanno a questa uscita.
Così domenica mattina ore 6,45 suona la sveglia, la moto è già
stata preparata nel pomeriggio di sabato, basta togliere la
copertina e preparato il necessario per il pranzo al sacco,
caricato lo zaino, finalmente si parte e il cielo grigio come
oramai da tempo fa da spettatore.
Se tutto funzionerà a dovere dovremmo riuscire a fare una visita
al Castello di Bardi, un giro tra le magnifiche colline tra
Piacenza e Parma ed una puntatina alla fortezza di Vigoleno.....
come vedremo poi anche se non proprio tutto andrà per il verso
giusto riusciremo nel nostro intento.
Una volta partiti tocchiamo i vari punti di ritrovo, ove
cavalieri e madamigelle costituiranno man mano il nutrito
drappello che si accingerà alla conquista degli ambiti manieri.
Al primo punto di ritrovo ecco sopraggiungere poco innanzi a noi
Sir Ivan e madamigella Federica che subito si intrattengono con
Sir Paolo e madamigella Rosina, Pardon Roberta, giunti sul posto
credo già nella tarda serata di sabato, dopo i convenevoli di
rito ci rimettiamo in marcia e lungo la strada troviamo ad
attenderci Sir Roberto e madamigella calabresella Ketty, poco
più avanti sostiamo di nuovo ed ecco apparire all’orizzonte due
meravigliose cavalcature, l’una condotta da Sir. Bramba che reca
con se, dopo averla rapita dall’attenzione dei suoi pargoli
madamigella Elena e l’altra domata da quel condottiero di Sir.
IlMario detto anche sciupafemmine.
Non ci resta quindi che rimontare in sella e di gran carriera
partire alla volta del ducato di Parma e Piacenza, giunti nei
pressi di Castell’Arquato e d’obbligo una nuova sosta presso un
punto di ristoro ove presto ci raggiungeranno messer Ferlo, che
di li a poco verrà insignito sul campo del titolo di cavaliere
in forza della ostentata padronanza del territorio in cui ci
addentreremo e della maestria con la quale dimostrerà di saper
condurre il suo destriero, nonchè Sir Dile che non ricordo ora a
quale nobile casato dica di appartenere.
Presso tale punto di ristoro cavalier IlMario non manca di dare
sfoggio della sua conoscenza sulle più moderne modalità di
approvvigionamento delle povere bestie da soma che trascinano
dietro di se i carri di alcuni viandanti sopraggiunti nel
frattempo, così come al successivo punto di ristoro trovato da
lì a poco come occasionale riparo dalla prima pioggerellina che
fa capolino, non mancherà di far sfoggio delle sua cavalieresche
capacità una gentile pulzella anch’essa in difficoltà nelle
operazioni di abbeveramento del suo ormai malandato ronzino; Sir
Ivan viene chiamato in causa per il disbrigo delle faccende di
più basso livello a lui delegate furbescamente dal sopra
nominato cavalier IlMario.
Finalmente giungiamo nei pressi delle mura di Castell’Arquato ma
un po’ la pioggia che sembra essersi affezionata al nostro
drappello, un po’ la presenza delle bancarelle degli artigiani
locali e degli armigeri schierati a protezione del luogo, non
riusciamo a varcare le porte d’ingresso e girovagando (ops.
questo verbo mi è stato censurato) nel cercare di aggirare le
mura approdiamo inaspettatamente, ma guidati dal nostro
solleticato olfatto, in un invitante loco di ristoro ove il
locale panettiere ha sfornato prelibatezze dolci e salate di
ogni tipo .... come non approfittarne .......
Dopo esserci dati il contegno che più si appropria ad una
compagnia del nostro rango e aver dato la giusta soddisfazione a
coloro i quali esponevano i prodotti del loro ingegno o del loro
più umile lavoro di contadini, allevatori, formaggiai, ecc.
decidiamo di riprendere le cavalcature e partire una volta per
tutte alla volta del Castello di Bardi.
Una volta giunti in loco apprendiamo che di lì a poco si
svolgerà un corteo, forse che abbiamo compreso che nulla ci
potrà resistere e che vogliano rendere omaggio alle nostre
nobili figure?
Fatto sta che il rincorrere di tale notizia rende nervoso il mio
destriero che già pronto per essere legato alla staccionata, mi
sbalza di sella fortunatamente senza conseguenza alcuna per
entrambi.
Già ora viene la parte più difficile, come conquistare un
castello dalle così alte mura....... dare battaglia con un
deciso attacco frontale non sembra possa essere la soluzione
migliore......
Il consiglio dei cavalieri, memori delle gesta di Ulisse alla
conquista di Troia (non sappiamo se fosse amica sua ma
sicuramente amica di molti altri), decidiamo di agire d’astuzia
mescolandoci al “popolino”, fingendo così interesse per una
innocente visita al castello.
Celiamo quindi le nostre armature e nascondiamo le nostre armi e
ci intrufoliamo in mezzo alla folla, per mostrare il nostro
finto interesse alla visita del castello contrattiamo anche la
gabella da pagare per accedere.
Superata quindi qualche prima difficoltà finalmente ci conducono
all’interno del castello e chi ci guida ingenuamente ci rileva
tutti i segreti dello stesso del quale faremo tesoro.
Ad un certo punto però forse sospettando qualcosa, cercano di
intimidirci narrandoci delle gesta del capitano delle guardie
Moroello e della sua appassionante storia d’amore con la bella
Soleste, una dama che pare avesse ammaliato il capitano con la
sua fluente chioma rossa.
Insistendo per creare in noi lo sgomento e forse per dissuadere
i malintenzionati, ci giurano che il fantasma di Moroello si
aggira ancora tra le mura e qualcuno afferma anche di essere
riuscito a ritrarlo, cosa invece impossibile per il fantasma
della bella Soleste dai capelli rossi ....... mi ricorda
qualcuno ma chi ora non mi sovviene .....
Noi però non ci lasciamo impressionare ed ora che gli armigeri
del castello hanno allentato la guardia decidiamo che è giunta
l’ora di sferrare l’attacco ed assediare il castello.
Recuperiamo quindi il nostro armamento celato abilmente tra il
nostro bagaglio di viandanti, sfoderiamo quindi le nostre spade
(cavaturaccioli, coltelli, forchette e cucchiai) e in un
battibaleno senza trovare troppa resistenza conquistiamo i
principeschi deschi e con colpi di fette di salame, panini
imbottiti, patatine, toast ed altre prelibatezze pieghiamo il
nemico al nostro volere, ma ancora prima che se ne accorgano
infieriamo ancora a colpi di barbera, chiaretto di bardolino e
lambrusco..... poi il colpo di grazia con baci di dama anche
nella versione al cioccolato, ventaglietti ed altro ancora che
però la cruenza della vigorosa battaglia mi ha fatto
dimenticare.
Soddisfatti quindi delle nostre gesta decidiamo di investirci
del meritato premio di un buon caffè gentilmente offerto da Sir
IlDile che deve aver tratto molta soddisfazione dai colpi
inferti nella recente battaglia.
Ceduto il comando delle operazioni a Sir Ivan decidiamo di
partire alla volta del nostro prossimo obiettivo: la fortezza di
Vigoleno.
I destrieri di Sir Ivan e di Sir IlMario mostrano subito chiari
segni di bizarria, il primo ci guida attraverso bucolici
percorsi (aveva lasciato impostata l’opzione “camporella” nel
Tom Tom, il secondo in occasione dei curvoni più impegnativi
sembra disinteressarsi dell’acciottolato sul quale galoppa
cercando di brucare la fresca erbetta.
Il paesaggio però questa volta ci avvolge in mille saliscendi
contornati da campi di grano e papaveri, borghi posti sulla
sommità dei colli ed anche fortezze di minore importanza e che
quindi sfuggono alla bramosia del nostro insaziabile desiderio
di conquista.
Giungiamo oramai affaticati ma nel contempo temprati in vista
della fortezza di Vigoleno che si mostra subito nella sua
bellezza e nella sua maestosa forma e dimensione.
Anche qui con grande fortuna troviamo una porta della fortezza
aperta grazie ad alcuni festeggiamenti in corso ecco infatti
arrivare sul suo focoso destriero bianco di razza Toyota il
principe azzurro e la sua principessa da lì a poco unitisi in
matrimonio.
Ne approfittiamo ancora una volta e seguiamo il corteo degli
invitati (veramente noi cavalieri seguiamo più che altro le
invitate che sfoggiano meravigliosi abiti medioevali (forse
mini-evali) ed interessanti calzature con tacchi molto alti
sicuramente inadatti all’uso delle nostre cavalcature).
In questa occasione Sir IlMario non manca di fare sfoggio delle
sue arti amatorie conquistando niente po’ po’ di meno che la
nonna ottantaduenne della sposa.
Dopo aver effettuato un’attenta ricognizione del perimetro
interno delle mura e valutato la fortificazione della torre,
realizziamo che la nostra giornata sta per volgere al termine e
decidiamo quindi di rimandare l’assalto alla fortezza in
occasione di prossime cavalieresche gesta.
Prima di fare ritorno ciascuno al proprio feudo qualcuno si
rifocilla nella vicina taverna, altri ne approfittano per un
assaggio di vin santo presso un invitante cantina.
E’ ora giunto il momento dei saluti, il consesso di dame e
cavalieri si scioglie con il solenne giuramento di ritrovarsi
quanto prima per una nuova avventura ......
Non per tutti però l’avventura di questa giornata è finita, i
meno fortunati che dovranno raggiungere le regioni più a Nord
per fare ritorno ai loro possedimenti, si troveranno a dover
lottare con le intemperie ...... ah! cosa tocca fare per
meritarsi il nobile titolo di cavaliere!
Chiedo venia ai lettori la prossima volta giuro: sarò breve!