Sabato 02/09/2008
La nostra avventura inizia da Pian dei Resinelli mt. 1278 imboccando
il sentiero in direzione del Rifugio Carlo Porta Mt. 1426, Grigna
Meridionale.
Tutti ben equipaggiati, quasi pronti ad affrontare una settimana
bianca, ci incamminiamo, in fila indiana e con passo deciso, lungo
il sentiero ripido e innevato seguendo le orme lasciate dai nostri
predecessori per raggiungere la nostra meta.
Senza sosta e dopo 20 minuti di cammino (cronometrati attentamente
da Luciano-Vanni) appare finalmente ai nostri occhi, immerso nella
neve e illuminato dai raggi del sole, il rifugio Carlo Porta.
Ma, mi chiedo, se Carlo p o r t a, perché non è venuto a prenderci
per portarci quassù?
La nostra fatica viene premiata quando volgiamo lo sguardo a valle!
La giornata soleggiata e limpida ci permette di godere appieno del
panorama e, credetemi, se il panorama si può immortalare in una
fotografia, la sensazione che si prova è al contrario proprio
difficile da trasmettere.
Da tempo non provo quest’emozione e per un attimo torno con il
pensiero alle passeggiate che, in Valle d’Aosta, facevo da ragazzina
con mio padre; bei tempi, belle mete, diverse e più impegnative di
questa, ma stessa bellissima sensazione di oggi: la conquista, la
soddisfazione di raggiungere la meta con le proprie gambe e di
godere, finalmente dopo tanto cammino, della sua bellezza!
Entriamo dalla bellissima porta di legno e vetro del rifugio curiosi
di vedere anche l’interno.
Ad accoglierci, oltre al tepore della stufa a legna nel locale bar,
ecco Antonello simpatico calabrese che ci accudirà, soprattutto a
noi donne, in questo nostro particolare soggiorno.
Vista la disponibilità di camerate, decidiamo (dico fortunatamente e
poi capirete!) di occuparne due confinanti: quella degli ometti, più
grande e apparentemente più accogliente con due finestre sulla
vallata e quella delle donne, più piccola e con una finestra,
entrambe rigorosamente con letti a castello in legno, tipici da
rifugio.
Posiamo gli zaini, accendiamo i condizionatori (evviva la
tecnologia!) e, chiuse le porte naturalmente senza chiave, usciamo
per goderci il tramonto.
Il buio tutto attorno, le nostre sagome nere sulla neve candida, le
nostre voci nel silenzio, l’unica luce quella del rifugio poco
lontano e quella proveniente dal fondo valle, poi… il tramonto.
Qui isolati, la potenza della natura è ancora più forte, indiscussa!
Rientriamo al rifugio quasi in cordata fra cadute e scivolate nella
neve e risate che andranno a riempire d’allegria la sala bar fino
all’ora di cena.
La nostra tavolata, vicino al camino e adorna di colorate stelle
filanti, è l’attrazione della serata.
Le mascherine variopinte, le trombette squillanti e un trombone dal
suono micidiale rallegrano subito la sala ristorante trasformando il
rifugio di montagna in un locale INusuale con tanto di festa di
carnevale!
Mi spiace deludervi ma il menù non è certo quello abituale di un
rifugio alpino: l’attenta scelta degli ingredienti e l’accurata
cucina casalinga delle varie portate (come al solito non ci siamo
fatti mancare niente!) riempiono le nostre pance fino allo
sfinimento.
La grolla, anzi le grolle, a fine pasto sono un toccasana, un po’
come uno sgorgante per un lavandino otturato e, fra chiacchiere e
giochi, abbiamo così trascorso la serata fino al coprifuoco
ufficiale della mezzanotte.
Durante la notte nella camera degli uomini, tra l’altro più fredda
di quella delle donne (tiè, non sempre bello è meglio!) ci sono
stati problemi di router, condotti di scarico e ronf-ronf , mentre
in quella calda delle donne… sogni d’oro … o almeno d’argento!!!
Domenica 10/02/2008
Una buona colazione e via, inizia la giornata!
Le condizioni del tempo sono ottime così decidiamo di “scalare” la
montagna per trovare la discesa ideale!
Con vista sulla vallata e sul lago di Lecco, lontano da alberi e
dall’alpino (vedi statua in bronzo “centrata” diverse volte da Nadia
in passato!) ci accampiamo in uno spiazzo in prossimità di una
bellissima discesa.
Qualcuno, munito di speciali ed enormi teli in PLT, già si lancia a
caduta libera mentre qualcun’altro, in particolare le donne un po’
più scettiche, prendono il sole.
E’ impossibile perdersi le scene e non ridere delle “bravate” dei
ragazzi che ce la stanno mettendo tutta per aprire un varco nella
neve.
Walter e Ivan i più spericolati, poi le donne trovano il coraggio e
dapprima definiscono la pista e poi… chi ci ferma più!?! Per qualche
ora torniamo tutti bambini!
Verso le 12.00 facciamo rientro al rifugio per il pranzo e,
scaldandoci, anzi asciugandoci davanti alla stufa della sala bar, ci
gustiamo un buon aperitivo e finalmente… tutti a tavola!
Antonello, tra l’altro motociclista e con un dichiarato debole per
le donne di Sadv, ci serve abbondanti portate, una dietro l’altra,
soddisfando tutte le nostre richieste e più!
Ce la prendiamo con calma e verso le 16, zaini in spalla, ci
incamminiamo lungo il sentiero, questa volta fortunatamente tutto in
discesa, per raggiungere Pian dei Resinelli e far rientro verso
casa.
E’ stata un’esperienza unica, credo che un carnevale così non si
ripeterà mai più…
Federica
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